Piano Sociale Lazio. Approvate le proposte FISH Lazio

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IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA LE PROPOSTE FISH LAZIO SUL PIANO SOCIALE 2019 – 2021

 La FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) esprime complessivo apprezzamento in merito ai contenuti del nuovo Piano Sociale regionale “Prendersi Cura, Un Bene Comune” 2019-2021, principale strumento di pianificazione del Sistema Integrato dei Servizi e degli Interventi Sociali e socio-sanitari nel Lazio, approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale lo scorso 24 gennaio.
Dopo venti anni la Regione Lazio adotta quindi il suo nuovo Piano Sociale per il prossimo triennio, il cui iter di approvazione, ricordiamo, era stato interrotto a causa del rinnovo della consiliatura regionale il 4 marzo 2018, e, approvato dalla Giunta alla fine del mese di maggio, aveva ripreso attivamente il suo percorso dal mese di ottobre 2018.

La FISH Lazio, che aveva già contribuito con le sue proposte alla redazione dei primi testi, ha avanzato, in quest’ultima fase di elaborazione, alcuni importanti emendamenti relativi a tematiche di diversa natura, che hanno trovato accoglimento e approvazione sia dalla VII Commissione – Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, Welfare, sia dal Consiglio regionale riunito per la votazione finale il 17 e il 24 gennaio.

Nel complesso il Piano Sociale prevede misure specifiche in diversi ambiti di intervento spaziando dall’Infanzia e Minori, ai soggetti a rischio di esclusione, alle persone con disabilità, alle Famiglie e Genitorialità, agli Anziani, ai Detenuti, ai Migranti e alle Donne vittime di violenza. Per dare attuazione alle misure del Sistema integrato verranno investiti complessivamente 656 milioni di euro, di cui 524 tra risorse statali e regionali, e 132 milioni saranno fondi europei del POR FSE.

Gli emendamenti della Federazione sono indirizzati a intervenire in diversi settori, per potenziare i servizi a favore delle persone con disabilità, con l’obiettivo di contrastare il complesso fenomeno della segregazione e dell’isolamento, arginare la discriminazione multipla che vivono nel quotidiano le donne con disabilità, promuovere la costituzione e la diffusione dei centri che favoriscano i servizi e le strategie per garantire una vita indipendente per tutti, ampliare gli strumenti che facilitino la deistituzionalizzazione ed evitino il ricorso ai ricoveri impropri, in particolare per i cittadini stranieri senza fissa dimora.

Le proposte presentate mirano a dare attuazione ad alcune priorità di intervento fissate dalle Osservazioni Conclusive del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità del 31 agosto 2016 al primo rapporto dell’Italia e dall’ultimo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, garantendo un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative in ogni tematica che interessa le persone con disabilità in ambito sociale e socio-sanitario.

 

 

Le proposte accolte


In particolare al fine di dare prima di tutto maggiore visibilità alla condizione di discriminazione multipla che vivono le donne con disabilità, fenomeno ancora poco conosciuto anche al livello nazionale, è stato proposto di integrare l’Osservatorio regionale sulle Pari Opportunità e la Violenza sulle Donne, istituito con L.R. 4/2014, con due tra le organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità a livello regionale e di promuovere, attraverso una collaborazione strutturata con le stesse organizzazioni, azioni di ricerche tematiche, raccolta dati, informazioni e sensibilizzazione sulle condizioni di vita delle bambine, delle ragazze e delle donne con disabilità.


Si è posta poi attenzione ad un tema che ancora non trova una disciplina omogenea nel nostro ordinamento ma estremamente attuale, quello della presa in carico dei cittadini stranieri con disabilità, cercando di porre un freno alla purtroppo diffusa prassi dei ricoveri in strutture non appropriate per le persone con cittadinanza straniera e senza fissa dimora a seguito del sopraggiungere di una disabilità permanente, attraverso il ricorso alla stesura di protocolli di intesa tra la Regione, le Ambasciate di riferimento e le Associazioni attive sul territorio del Lazio per la elaborazione di potenziali progetti personalizzati.


Tra le Azioni da mettere in campo rispetto ai Livelli Essenziali, si è poi stabilito di dare avvio a percorsi strutturati e sistematici con gli Enti rappresentativi del Terzo Settore sia per individuare un sistema di indicatori che consentano di riconoscere le situazioni di isolamento e segregazione implicite ed esplicite, sia per l’elaborazione di linee guida regionali per la definizione di un Procedimento unico di accreditamento sociosanitario che superi le attuali modalità e procedure, prendendo a riferimento i criteri introdotti dalla Norma UNI 11010/2016 (“Servizi socio sanitari e sociali – Servizi per l’abitare e servizi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità (PcD) – Requisiti del servizio”).


Sempre in riferimento ai Livelli essenziali è stata poi accolta la proposta di promuovere la costituzione e la diffusione di Centri per la Vita Indipendente gestiti in prevalenza da persone con disabilità, che forniscano idonee strategie di empowerment attraverso la consulenza alla pari e favoriscano orientamento, informazione sul funzionamento e supporto burocratico rispetto ad adeguate forme di assistenza. In tema di Vita Indipendente occorre inoltre ricordare il confronto avviato lo scorso anno dalla FISH Lazio con l’Assessorato alle Politiche Sociali regionale che aveva l’obiettivo di eliminare l’obbligo, previsto dalla L.R. 10 Agosto 2016, n. 11 (Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio) di assumere come assistente personale esclusivamente operatori che avessero conseguito determinate qualifiche e titoli.

La Federazione ha prospettato il superamento di questa impostazione, attraverso una proposta di modifica dell’art. 26, c. 5 della citata legge regionale, fatta propria e portata avanti con risoluzione dal vicepresidente della Commissione Politiche Sociali e Welfare del Consiglio regionale Paolo Ciani, che ha trovato accoglimento in aula consiliare lo scorso mese di dicembre. Tale modifica ha consentito quindi di ripristinare il diritto fondamentale di garantire libera scelta alla persona e alla famiglia nell’assunzione del proprio assistente.

L’accoglimento di queste proposte fissa alcuni importanti principi di sistema nella pianificazione regionale degli interventi nel settore sociale e sociosanitario – commenta Daniele Stavolo, presidente FISH Lazio – ed è frutto di una efficace interlocuzione instaurata con l’Assessorato di riferimento della Regione Lazio e con i componenti della VII Commissione del Consiglio regionale, tra cui occorre dare evidenza all’impegno della consigliera Marta Bonafoni, che si è mostrata particolarmente sensibile alle tematiche presentate. Sarà ora necessario continuare a lavorare con gli assessorati competenti per dare concreta attuazione alle azioni previste dal Piano.”

 

Piano Sociale Regione Lazio 2019-2021