La FISH Lazio in audizione sul Piano Regionale Turismo
La Federazione è stata convocata lo scorso lunedì 16 giugno presso V Commissione Consiliare – Cultura, spettacolo, sport e turismo, presieduta da Luciano Crea, per l’audizione sulla Proposta di Deliberazione Consiliare N. 40 del 28 febbraio 2025, concernente l’APPROVAZIONE DEL PIANO TURISTICO TRIENNALE 2025-2027 della Regione Lazio. Numerose sono state le osservazioni e le proposte presentate dal presidente FISH Lazio Daniele Stavolo in audizione, raccolte in un documento unitario posto all’attenzione dei membri della Commissione.
E’ stato innanzitutto evidenziato come le normative regionali che hanno disciplinato la materia, anche le più recenti, hanno sempre solo accennato ad una promozione di un Turismo inclusivo e solo con riferimento alle zone balneari, senza mai approfondire la reale dimensione, e senza mai coinvolgere le Organizzazioni rappresentative nella fase di elaborazione legislativa. Anche rispetto alle strutture e ai servizi turistici – ha spiegato Stavolo – l’accessibilità dovrebbe essere conseguita mediante l’eliminazione e la prevenzione sistematiche delle barriere, attraverso il principio della progettazione universale o della «progettazione per tutti», che contribuisce a garantire alle persone con disabilità un accesso su base di uguaglianza con gli altri. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità con tale approccio si intende la progettazione di prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate.
Un Piano regionale turismo dovrebbe partire da una premessa fondamentale: l’obiettivo del turista, chiunque sia, non è solo quello di accedere ad un luogo, uno spazio, un’area, ma quello di vivere un’esperienza. Il turista vuole conoscere diversi aspetti del luogo, la sua storia, le sue caratteristiche peculiari, le sue tradizioni, le sue peculiarità enogastronomiche. Più che accesso ad un’area potremmo definirlo quindi un accesso all’esperienza. Ogni persona percorre un “cammino”, visita un museo, un luogo storico o un’area protetta per scopi diversi, e la stessa persona visita e fruisce di questo spazio in modi e finalità diverse a seconda delle circostanze.
Questo dovrebbe condurre a considerare l’accessibilità all’interno del più ampio concetto di qualità dell’accoglienza delle strutture, dei servizi e dei luoghi turistici, e ad adottare concetti e modelli di azione partecipativi, inclusivi e universali.
È indispensabile di conseguenza predisporre un metodo di monitoraggio e rilevamento delle condizioni di fruibilità di strutture, luoghi, aree e servizi interessate/i, che non si limita alla semplice osservazione delle caratteristiche fisiche del relativo spazio, ma rileva anche aspetti collegati all’organizzazione della struttura stessa, alle attività di comunicazione istituzionale, alle caratteristiche del personale. Tutto ciò partendo dalla conoscenza delle esigenze dei fruitori, in cui sono compresi anche le persone con disabilità.
Per garantire la fruibilità diventa inoltre fondamentale divulgare ad ampio spettro informazioni corrette e nel contempo formare adeguatamente tutti coloro che sono coinvolti in determinati contesti sociali e ambientali (dal progettista al gestore, dalle associazioni Proloco alle Agenzie per i viaggi e turismo, dall’addetto alle relazioni con il pubblico alla guida ambientale) al fine di assicurare un’accoglienza realmente inclusiva.
Lo sviluppo di un turismo per tutti richiede interventi di sistema imprescindibili che coinvolgano tutti gli organismi interessati: una progettazione e gestione inclusiva, un’accoglienza inclusiva, Informazione e Comunicazione accessibile, Educazione e Formazione per conoscere i fruitori dei servizi, e il coinvolgimento delle Organizzazioni rappresentative nelle attività di coordinamento e monitoraggio delle politiche sul turismo. Per favorire l’adozione di politiche turistiche inclusive e garantire una partecipazione attiva delle persone con disabilità in questo settore occorre una programmazione mirata degli interventi e delle azioni da realizzare sui diversi territori, un grande lavoro di sistema da parte di tutti gli attori coinvolti a più livelli, ognuno per il proprio ruolo, finanziamenti specifici per il raggiungimento degli obiettivi programmati, e monitoraggio nel tempo dei risultati raggiunti.
La FISH Lazio – ha concluso il presidente Stavolo – rimane disponibile ad avviare un confronto su queste tematiche con la Commissione Consiliare Regionale competente e l’Assessorato regionale di riferimento, al fine di valorizzare i servizi turistici e l’enorme patrimonio artistico/culturale della Regione Lazio, in un’ottica di promozione e tutela dei diritti delle persone con disabilità.