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Lazio – Le nuove Linee Guida sul “Dopo di Noi”

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Aggiornamento degli interventi per il “Durante e Dopo di Noi”

Sono state approvate con Deliberazione della Giunta Regionale 5 agosto 2021, n. 554 le Linee Guida regionali che aggiornano e disciplinano le disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, per le finalità di cui alla L. 112/2016 e del Decreto Interministeriale del 23 novembre 2016, pubblicate all’esito di un percorso di concertazione avviato dall’Assessorato regionale alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e ASP a cui hanno partecipato il Forum del Terzo Settore del Lazio, le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità, le organizzazioni sindacali e le consulte romane e regionale. Diverse sono state le proposte avanzate in tale fase dalla Federazione, che hanno voluto mirare a garantire la centralità della persona destinataria degli interventi, valorizzando il diritto di scelta, le aspettative, le esigenze e i desideri della stessa e della famiglia nella predisposizione del progetto personalizzato, la continuità dei progetti già in essere, evitando il rischio di interruzioni e discontinuità dei percorsi avviati, e l’integrazione tra le diverse tipologie di intervento* previste dall’attuale normativa in vigore.

Anche nell’ambito delle misure per il “Durante e Dopo di Noi” la Regione ha voluto promuovere l’utilizzo degli strumenti di co-programmazione e co-progettazione previsti dal Codice del Terzo Settore, sia nella fase di attuazione territoriale che in quella di monitoraggio, valorizzando il contributo e la capacità organizzativa e di intervento degli Enti del Terzo settore. In particolare viene stabilito nella Deliberazione che gli Ambiti sovradistrettuali dovranno predisporre annualmente il “Piano di programmazione territoriale del Durante e Dopo di noi” attraverso le procedure di co-programmazione, formulato quindi «congiuntamente dai distretti sociosanitari, la ASL e gli enti del Terzo settore del territorio di riferimento, tra cui in particolare le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità ai sensi dell’art. 4, c. 3 della L. 18/2009, gli enti gestori, le realtà associative dei familiari e, ove presenti, le Consulte territoriali per la disabilità e la salute mentale».

Nell’ambito delle Politiche e degli interventi per il Dopo di Noi la Regione assume e declina il modello del Budget di Salute** che dovrà “sostenere” le misure inserite nel progetto personalizzato, esito della valutazione multidimensionale***, per la cui redazione è richiesta la partecipazione diretta della persona o di chi la rappresenta. La scelta va nella direzione di assicurare prestazioni flessibili e non standardizzate ai destinatari, basate su una forte impostazione socio-sanitaria delle valutazioni e degli interventi messi in campo. La definizione del budget “individuale”, inteso come strumento dinamico e flessibile che segue i criteri di intensità e durata dei sostegni, dipenderà da numerosi elementi, e «richiede la ricognizione di tutte le risorse economiche, professionali e comunitarie che si rendono al momento disponibili sia da parte delle istituzioni sociali e sanitarie, che da parte degli utenti, del Terzo settore, delle Associazioni, del volontariato e della comunità locale, in quanto partecipanti alla co-progettazione e alla co-gestione dei diversi progetti personalizzati». Nell’ambito del progetto continuerà ad essere centrale, tra quelle previste nell’UVM (Unità valutativa Multidimensionale) la figura del case manager, con la funzione «di curare la realizzazione del progetto personalizzato attraverso il coordinamento e l’attività di impulso verso i diversi attori coinvolti».

A più riprese viene accolta dal provvedimento regionale la proposta di garantire continuità assistenziale alle progettualità dei destinatari, nel tentativo di arginare il fenomeno purtroppo diffuso di percorsi attivati ma discontinui ed evitare la necessità per le famiglie di presentare nuovamente la domanda con la pubblicazione del nuovo avviso. La deliberazione 554 stabilisce infatti che «il progetto personalizzato deve essere garantito negli anni», che «la presa in carico della persona con disabilità è garantita nel tempo senza soluzione di continuità», e che «le persone con disabilità titolari di progettualità già in essere non sono vincolate alla presentazione di nuova istanza», quindi eventuali graduatorie di accesso sono riferite alle prime istanze presentate. Resta salva la possibilità di rimodulare gli interventi qualora sopraggiungano nuove esigenze che comportano l’esigenza di aggiornamento periodico del progetto.

Non ha invece trovato spazio la richiesta di limitare il contributo di compartecipazione dell’utente rispetto alle spese necessarie per la realizzazione degli obiettivi previsti dal progetto. La ratio della proposta risiedeva nella possibilità di garantire al beneficiario una disponibilità economica, individuata convenzionalmente nell’importo corrispondente alla pensione ordinaria di inabilità, avanzata poiché la “messa in comune di risorse” rischia di privarlo dell’opportunità di compiere in autonomia le proprie scelte di vita. Il testo finale della DGR, dopo aver precisato che «la legge n. 112/2016, non prevede forme tradizionali di compartecipazione da parte delle persone», stabilisce che «in ogni caso deve essere preservata la possibilità da parte della persona con disabilità di soddisfare le necessità primarie di vita», senza però definire in modo puntuale un importo economico minimo di garanzia per l’utente. Anche al fine di non lasciare eccessiva discrezionalità agli Enti Locali per tale aspetto, si sollecita la Regione Lazio all’emanazione di un provvedimento che possa individuare i limiti della compartecipazione alla spesa degli utenti, senza vincolarli necessariamente alle “necessità primarie di vita”, consentendo loro di gestire con maggiore indipendenza le scelte chi li riguardano.

 

* Le attività ammesse al finanziamento sono quelle indicate dall’ art. 5 del D.M. del 23 novembre 2016:
a) percorsi programmati di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine ovvero per la deistituzionalizzazione.
b) interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative che riproducano un ambiente abitativo e familiare di tipo familiare come individuate all’arti. 3, comma 4;
c) programmi di accrescimento della consapevolezza e per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile di cui all’art.3 comma 5, ed in tale contesto, tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione, di cui all’art.3, comma6;
d) interventi di realizzazione di innovative soluzioni alloggiative dalle caratteristiche di cui all’art.3 comma 4, mediante il possibile pagamento degli oneri di acquisto, di locazione, di ristrutturazione e di messa in opera degli impianti e delle attrezzature necessari per il funzionamento degli alloggi medesimi, anche sostenendo forme di mutuo aiuto tra persone con disabilità;
e) in via residuale interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare di cui all’art.3, comma 7.

** Budget di salute viene definito nella DGR come l’insieme delle risorse economiche, professionali e umane necessarie a incentivare contesti relazionali, familiari e sociali idonei a favorire una migliore inclusione sociale della persona assistita ed in particolare mantenere la persona al domicilio evitando pratiche istituzionalizzanti.

*** Per quanto riguarda la valutazione multidimensionale della persona che chiede di accedere ai servizi del “Dopo di Noi” continuerà ad essere utilizzata la scheda SVaMDi (Scheda di Valutazione Multidimensionale), adottata dalla Regione Lazio a partire dal 2014 per l’accesso delle persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale alle prestazioni in modalità residenziale, semiresidenziale e domiciliare. La Regione ritiene inoltre utilizzabili (in aggiunta alla SVaMDi) «tutti gli strumenti disponibili in grado di determinare tipologia, frequenza e intensità dei sostegni necessari per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.»