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Nel Lazio vaccini per le persone con disabilità gravissima

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Viene deciso con una nota della Direzione Regionale Salute e integrazione Sociosanitaria che indirizza alle aziende USL, policlinici universitari, IRCSS, LAZIOCREA e ARES 118 le «ulteriori indicazioni ad interim per la vaccinazione anti SARS-cOv-2: disabili gravissimi ai sensi del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 26 settembre 2016».

Con queste ulteriori indicazioni le persone con disabilità gravissima* ai sensi dell’art. 2 del Decreto Interministeriale 26 settembre 2016 dovranno accedere alla vaccinazione con farmaci a mRNA (RNA messaggero), attraverso la chiamata diretta e attiva da parte delle ASL competenti per territorio, che potranno fornire la vaccinazione anche con il coinvolgimento del MMG, dell’ADI (assistenza domiciliare integrata) e/o delle USCAR (Unità Speciali di Continuità Assistenziale Regionale), oppure attraverso la chiamata diretta e attiva del Centro di riferimento per specifica patologia che ha già in carico la persona. Tale vaccinazione deve essere garantita anche al principale cargiver.

È inoltre prevista la vaccinazione di genitori, caregivers e conviventi dei minori di età inferiore ai 16 anni, che potranno prenotare la propria vaccinazione attraverso il numero 06164161841 (dal lunedì al venerdì dalle 7:00 30 alle ore 19:30) comunicando il codice fiscale del minore.

Il Lazio con questo cambio di marcia si dimostra la prima Regione in Italia ad uscire dalla stretta logica della vaccinazione “per singole patologie” e per codice di esenzione, che sta suscitando numerose difficoltà in termini di procedure e prenotazioni da seguire (solo per alcuni) e programmazione degli interventi per i destinatari individuati secondo le indicazioni nazionali e regionali. Le modalità di programmazione generano infatti non poche difficoltà finora, da un lato, a tutte quelle persone con disabilità che non rientrano nei codici elencati dai provvedimenti regionali, e che di fatto rimangono escluse dalla campagna di vaccinazione, dall’altro, a coloro che hanno compromissioni di salute che comportano un elevato rischio vita in caso di contagio, per i quali non è prevista la prenotazione, ma l’attivazione da parte dei servizi sanitari che devono procedere ad una ricognizione degli interessati, con evidente rischio di assistere ad interventi con tempistiche diverse a seconda dei territorio di riferimento. Si aggiunge che l’ultimo provvedimento include in modo chiaro e definitivo le figure assistenziali nel novero dei gruppi di persone da vaccinare, come più volte rivendicato dalla stessa Federazione e dalle Associazioni di rappresentanza.

Un risultato importante quello raggiunto dalla Regione Lazio, esito dell’impegno delle Associazioni che da mesi si battono per il riconoscimento di questo diritto, e che estende la programmazione a persone con una compromissione funzionale che le espone a gravi rischi di salute in caso di contagio da SARS – Cov – 2, non limitandola ad un’unica tipologia di disabilità o patologia.

In questa fase sarà in ogni caso indispensabile l’azione di monitoraggio delle Associazioni in merito alla concreta attivazione da parte delle ASL territoriali e dei Centri specialistici affinché vengano osservate le indicazioni fornite dalla Direzione regionale Salute, e di verifica delle modalità attraverso cui i MMG dovranno provvedere al reperimento delle dosi vaccinali necessarie. Sarà inoltre necessario capire in breve tempo quali modalità di somministrazione dovranno essere previste per le persone non autosufficienti che non hanno la possibilità di uscire dal proprio contesto abitativo e per i residenti in strutture residenziali, rispetto ai quali non sono ancora state programmate misure uniformi di intervento.

Per completare il panorama di informazioni fino ad oggi disponibili sull’argomento si precisa che nello stesso giorno il Ministero della Salute ha scritto, a seguito di numerosi solleciti in tal senso,  alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) rendendo noto che «una volta completata la vaccinazione del personale sanitario, del personale operante e degli ospiti nelle strutture residenziali assistite e delle persone con età superiore agli 80 anni, nell’ottica di rispetto di principi di equità e di protezione della fragilità, si procederà a dare priorità ad alcune categorie di cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche», tra cui le persone con sindrome di Down e con disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica di cui all’art. 3, c. 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Come più volte ribadito l’obiettivo della Federazione è naturalmente quello di poter estendere la protezione vaccinale a tutte le persone con disabilità, indipendentemente dalla singola condizione di disagio.

 

*Art. 2 Decreto Interministeriale 26 settembre 2016 (persone con disabilità gravissima):

a) persone in condizione di coma, Stato Vegetativo (SV) oppure di Stato di Minima Coscienza (SMC) e con punteggio nella scala Glasgow Coma Scale (GCS)<=10;
b) persone dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa (24/7);
c) persone con grave o gravissimo stato di demenza con un punteggio sulla scala Clinical Dementia Rating Scale (CDRS)>=4;
d) persone con lesioni spinali fra C0/C5, di qualsiasi natura, con livello della lesione, identificata dal livello sulla scala ASIA Impairment Scale (AIS) di grado A o B. Nel caso di lesioni con esiti asimmetrici ambedue le lateralità devono essere valutate con lesione di grado A o B;
e) persone con gravissima compromissione motoria da patologia neurologica o muscolare con bilancio muscolare complessivo ≤ 1 ai 4 arti alla scala Medical Research Council (MRC), o con punteggio alla Expanded Disability Status Scale (EDSS) ≥ 9, o in stadio 5 di Hoehn e Yahr mod;
f) persone con deprivazione sensoriale complessa intesa come compresenza di minorazione visiva totale o con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione o con residuo perimetrico binoculare inferiore al 10 per cento e ipoacusia, a prescindere dall’epoca di insorgenza, pari o superiore a 90 decibel HTL di media fra le frequenze 500, 1000, 2000 hertz nell’orecchio migliore;
g) persone con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico ascritta al livello 3 della classificazione del DSM-5;
h) persone con diagnosi di Ritardo Mentale Grave o Profondo secondo classificazione DSM-5, con QI<=34 e con punteggio sulla scala Level of Activity in Profound/Severe Mental Retardation (LAPMER) <= 8;
i) ogni altra persona in condizione di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche.